Non sono un blogger storico, né un accanito lettore di blog. Mi sono trovato mio malgrado a venire in contatto con questa realtà a seguito delle vicende mediatiche e giudiziarie che hanno coinvolto il gruppo Arkeon, che ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscere per diversi anni.
Nell’assordante rumore della stampa e dei media, che rimbalzano voci più che informazioni, ho scoperto diversi blog che hanno cercato, nel proprio piccolo, di dire una voce sommessa ma chiara sulla propria esperienza, qualcosa di prima mano insomma. Per molto tempo ho continuato a seguire questi blog, fino a decidermi oggi a dire anch’io la mia.
Non credo che una voce in più sia necessaria al mondo, né tantomeno che sia necessaria ad Arkeon. E’ necessaria a me, per il piacere e il dovere che sento di dare la mia testimonianza.
Questo blog quindi potrà parlare di Arkeon, ma non solo. Parlerà delle cose che mi colpiscono.
Le frasi che ho scelto di riportare come intestazione sono entrambe riprese dal bellissimo libro citato di Padre Cantalamessa. Per le mie poche forze e la mia minuscola fede suonano decisamente impegnative, ma messe assieme dicono una cosa sulla vita che a me piace molto e che ho sperimentato spesso: che la verità c’è ma io non la conosco, la posso solo cercare; che non posso conoscere l’altro se non conosco me stesso; e che quando credo di aver finalmente conosciuto me stesso e di intravedere l’altro, beh probabilmente quello sono ancora io e l’altro ancora un po’ più in là. In questa lotta a tratti estenuante scopro però una cosa: che quando accetto questa legge, che quando ti guardo come specchio in cui riconoscermi, senza la pretesa di capirti e di conoscerti interamente, allora schegge di te mi arrivano e un incontro è possibile.
Inizia il mio blog.
Dieci anni dopo ...
6 anni fa
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