mercoledì 8 luglio 2009

La ricerca di sè

Qualche giorno fa leggevo un libro di Vito Mancuso, teologo cattolico, che spiegava (cosa nota) come il cattolicesimo sia considerato dall’ebraismo una setta e (cosa a me non nota) come i libri dell’Antico Testamento successivi al Deuteronomio (in sostanza larga parte dei libri sapienziali come il Siracide) non siano da essi riconosciuti, bensì considerati “apocrifi”. Fa strano pensare che per molti ebrei questi libri, che da noi sono considerati appunto “sapienziali”, per il solo fatto di essere definiti apocrifi sono probabilmente sconosciuti e circondati da un alone di mistero e perversione, più o meno come per noi sono oggi i vangeli apocrifi del Mar Morto e in particolare il bellissimo Vangelo di Tommaso! E’ sempre interessante mettersi nei pani degli altri per guardarci!

Ho parlato di questo perché spesso, sui nostri giornali o in certe trasmissioni di approfondimento, si parla della tendenza - nella nostra post modernità - al ritorno del religioso, in particolare del religioso irrazionale e ancor più in particolare del religioso settario. La setta è tra noi! L’esempio più comune è Scientology, ma in forme più blande ci sono anche il movimento new age, e addirittura secondo alcuni la forte diffusione di gruppi carismatici all’interno della stessa Chiesa Cattolica (Neocatecumenali, Rinnovamento nello spirito, etc).

Ora è chiaro che in alcuni casi l’etichetta di movimento religioso è un artificio tattico per aggirare possibili accuse di reati di vario tipo: in questo senso, da quanto capisco, la “svolta religiosa” di Scientology è emblematica. Ma certamente in molti altri casi la diffusione di nuove forme di religiosità è una risposta a una ricerca di senso che cresce al crescere della frammentazione della nostra società e delle sue istituzioni tradizionali (famiglia, partito, nazione).

Personalmente ho conosciuto diverse persone che vivono intensamente alcune di queste esperienze: Reiki, Testimoni di Geova, Neocatecumenali, Rinnovamento nello spirito, …Ne ho visto i riti e le forme e sinceramente talora mi hanno lasciato perplesso le esasperazioni, i forti coinvolgimenti emotivi collettivi in cui non è chiaro quanto i singoli siano imitatori passivi e quanto attori consapevoli, le forme mistiche al limite o oltre la superstizione…ma questo corrisponde a valutazioni mie personali: e in ogni caso non ho mai visto pressioni o suggestioni sugli individui peggiori di quelle che vengono normalmente esercitate in tante sane famiglie cattoliche che – con ben altri strumenti – premono sui propri figli per indirizzarne le scelte di studio, di amore, di lavoro, di vita. Insomma, tutto nel confine del libero arbitrio e della responsabilità individuale.

Eppure non posso non notare come anche per i gruppi che ho citato, che sono assolutamente “tranquilli”, si sprechino a diversi livelli accuse di plagio, settarismo, manipolazione coercitiva, etc..etc…Gli interventi riportati ai danni di questi gruppi nel sito del Cesap - che per esempio titola da tempo “svelati gli abusi del cammino neocatecumenale” senza chiarire che trattasi di abusi di forma liturgica e non di violenza sessuale (!) - sono solo uno dei tanti esempi e non necessariamente il più vile [prego leggere il mio commento in fondo al post a parziale rettifica].

Purtroppo queste ostilità, che talora assumono la forma di vere e proprie ossessioni paranoiche, non sono frutto di poche persone o pochi gruppi “assatanati”. C’è un clima di crescente sospetto e intolleranza verso le nuove forme religiose o para-religiose, come confermano i diversi pronunciamenti in tal senso del Consiglio d’Europa e della Corte Europea dei diritti dell’uomo, che in diverse occasioni ha rinnovato ai governi europei la richiesta di procedere con cautela a legislazioni “anti sette” o a campagne informative di prevenzione contro “nuovi gruppi religiosi”, vedendo in ciò chiari casi di violazione dei principi di libertà religiosa e di pensiero sanciti nella Carta dei diritti dell’uomo.
In quest’ottica l’Italia non è da meno di altri paesi. Progetti di legge per reintrodurre reati di plagio sono costantemente ripresentati da anni in Parlamento e ciò che preoccupa è che i loro proponenti nella società civile sono solitamente associazioni antisette prive di alcun accreditamento scientifico che si distinguono per un’accesa critica ai gruppi più disparati, dai satanisti a Rinnovamento nello spirito. Ma soprattutto colpisce che – in un contesto di grande riduzione delle forze dell’ordine a dispetto della spesso declamata crisi sicurezza – lo Stato abbia ritenuto opportuno creare un’apposita Squadra Anti Sette (SAS); con una scelta che già a partire dal nome suscita perplessità, sia alla luce del richiamo della Corte Europea a non usare il termine setta in maniera preventiva, sia alla luce delle scelte di un soggetto come lo stesso GRIS (il noto gruppo di ricerca antisette cattolico) che negli anni ha ritenuto opportuno cambiare denominazione da Gruppo di Ricerca sulle Sette a Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa.

In questo contesto, che fino a qualche tempo fa mi era totalmente ignoto, si chiarisce bene lo sviluppo del caso Arkeon, che sta lì a dimostrare come il pregiudizio porti a vedere dappertutto sette e a forzare la mano in nome del bene superiore rappresentato dalla loro sconfitta. Senza rivangare la storia ormai tristemente nota (a seguito delle segnalazioni di alcuni ex aderenti e di una piccola associazione antisette pugliese, sono state avviate indagini su alcuni maestri del metodo Arkeon, è stata sospesa l’attività dei seminari di Arkeon e adesso si attende una decisione del Tribunale di Bari circa l’eventuale apertura di un processo a carico degli indagati) quello che mi colpisce è che, a tre anni dall’inizio di questa surreale vicenda, non si è ancora capito se sotto inchiesta siano alcune persone per comportamenti specifici o se sia invece sotto accusa in quanto tale il metodo Arkeon.

La logica mi porterebbe a dire la prima: non si può - che io sappia - accusare un metodo in quanto tale, in quanto ciò equivarrebbe a ritenere illegittime delle idee. Certo si può dire che una condotta è illegittima e, quindi, che un metodo sia illegittimo nella misura in cui e fino a quando attui tale condotta: qualora tali condotte venissero meno, non ci sarebbe problema. Con specifico riferimento alle accuse mosse agli indagati (abuso della professione di psicologo, abuso della professione medica, violenza privata e quindi conseguentemente di truffa e di associazione delinquere), Arkeon sarebbe quindi illegittimo solo nella misura in cui:
- promettesse la guarigione da mali (o limitatamente a coloro che promettessero la guarigione da mali);
- fosse un metodo psicologico e venisse esercitato da persone non iscritte all’albo degli psicologi;
- nel suo contesto si commettessero violenze private (o limitatamente a coloro che compissero violenze).
Di conseguenza e per contro ciò significa che l’esercizio di Arkeon sarebbe invece lecito per tutti coloro che non compissero violenze, che non promettessero la guarigione o che – qualora Arkeon fosse definito psicoterapia – ad esercitarlo fossero psicologi iscritti all’albo.
In effetti dei diversi maestri attivi solo alcuni sono stati oggetto di indagine. Si può interpretare ciò come una conferma che non è in discussione Arkeon ma il modo in cui alcuni maestri – tra cui peraltro il fondatore – lo hanno esercitato? Se così fosse, vorrebbe dire che domattina tali altri maestri potrebbero riprendere i loro seminari tranquillamente.

Purtroppo è evidente a tutti che non è così.
Semplicemente, non si sono trovati testimoni contro gli altri maestri.
La verità è che, di fatto ancorché non di diritto, sotto accusa è Arkeon in quanto psicosetta!
E del resto chiaro che l’uso stesso del termine psicosetta è un di più non necessario a un tribunale per procedere alla contestazione dei reati presunti, che indica come in discussione non siano comportamenti ma un’idea.
Lo dicono – per quello che contano - i commenti sul sito del Cesap dei due principali testimoni (Carlo e Lella), così come quelli della dottoressa Tinelli e degli altri foristi, che accusano non solo le singole persone ma il metodo in quanto tale, pericolosa riedizione secondo loro delle psicoterapie folli della Singer. Lo dicono le affermazioni della Digos nella famosa conferenza stampa del 2007, così come gli atti di accusa del PM nei confronti degli indagati e della DiMarzio.Lo dice il fatto stesso che in questa vicenda è attiva la neonata Squadra Anti Sette (SAS).

Tutto ciò è inquietante.
Perchè non si capisce su quali basi il PM abbia valutato che Arkeon fosse una psicoterapia, non essendo competenza sua valutare cosa sia psicoterapia e cosa no (e sotto questo profilo è lecito domandare chi sia l’esperto psicologo sulle cui perizie si basi tale giudizio e metterne in discussione la competenza e l’attendibilità, soprattutto qualora si trattasse della Tinelli e del suo famigerato studio decennale mai visto da nessuno: ad oggi non esiste un documento pubblico della Tinelli che possa dimostrare che essa – quanto alle competenze effettive - sia qualcosa di più di una laureata in psicologia molto interessata alla cronaca giudiziaria).
Perché viola i più basilari principi dello stato di diritto, definendo di fatto una presunzione di colpevolezza a prescindere. E che qui ci sia un pregiudizio grosso come una casa lo dimostra il fatto che gli stessi inquirenti non abbiano mai chiamato – a quanto si sa – gli accusati per chiedere loro conto dei fatti, come dimostrano le affermazioni recentemente riportate sul sito “Il caso Arkeon” da Piero – che dice di non sapere neanche per cosa è indagato (e non è l’unico).

A fronte di tutto ciò c’è una domanda che da tempo mi pongo.
Com’è possibile che io non possa vivere un’esperienza che amo facendomi un seminario di Arkeon con chi e solo con chi come me ama quell’esperienza, senza far danno a nessuno?
Com’è possibile che la continua corsa alla tutela dell’individuo attraverso la creazione di albi e codici sempre nuovi possa travolgere la libertà dell’individuo stesso di vivere come vuole tra pari? Com’è possibile che due adulti possano fare tra di loro volontariamente sesso estremo a pagamento senza che sia violenza o sfruttamento della prostituzione, ma io non posso pagare per partecipare a un seminario che mi piace?
Perché la psicologia dice che noi facciamo il suo lavoro?
E chi dice cosa è psicologia?
O lo psicologo?
Ma se chiedo all’oste com’è il vino, dirà senz’altro che è buonissimo. Anzi mi dice che il “councelor” – che fa un lavoro molto simile allo psicologo ma psicologo non è e che per esempio potrebbe fare i seminari di Arkeon - è un incompetente, è un cialtrone mascherato, è l’anticamera della truffa.
Com’è possibile non vedere che c’è un’essenza dell’esperienza umana che non è racchiudibile nelle categorie di psicologia, religione, etc.. e che è semplicemente la ricerca di sé ognuno come diavolo gli pare?

4 commenti:

  1. Condivido in toto. Io credo che tu, Klee, come io e tanti altri, siamo stati abituati ad un'ottica della giustizia diversa da quella che evidentemente altri sperimentano. Per Lorita Tinelli, almeno in base a quanto ha scritto nella sua relazione al FECRIS, una vicenda che è accertamento dei fatti, in cui evidentemente l'investigatore o il consulente dovrebbe essere più contento di scoprire che un reato non c'è stato che confermare i sospetti, è prospettata come "vittoria", quindi come scontro tra bene e male, dove io sono il bene e gli altri - comunque li definisco - sono il male. Non è la ricerca della verità e della giustizia, a mio giudizio, ma la caccia ai fantasmi, la caccia alle streghe che non esistono - o meglio esistono nella mente di chi inizia la caccia. Devo averlo già scritto ma è sfuggito a tanti italiani che la giustizia si fa in televesione, che ormai il buono e il cattivo lo si decide mediaticamente e il cattivo mediatico deve essere anche colpevole. Il compito della giustizia non è - non solo nella supposta mentalità della Tinelli - scoprire la verità e valutarne la rilevanza penale, ma punire il cattivo. Chi ha scoperto questa verità e desidera manipolarla per ottenere sicure vittorie, dovrà semplicemente costruire il cattivo mediatico (come è stato fatto, anche con i termini chiave): il resto vien da sè. In molte parti del mondo le cacce alle streghe ci sono ancora: muiono, a centinaia o a migliaia, di solito delle povere vecchie, un po'strambe o malate di mente. Muoiono in maniera spesso atroce tra l'indiffirenza generale e il dolore, se ne hanno, di familiari impotenti. Sono storie, per fortuna, geograficamente lontane. Ma, in quei paesi, finché le persone di responsabilità non perseguono duramente chi incita a queste barbarie (si sono risolti solo così i linciaggi negli USA), finché chi può non si muove a favore dei diritti dell'uomo, le cose non cambiano. La mia speranza è che la diversità in Italia non sia solo nei metodi meno cruenti, ma vengano anche fuori persone di responsabilità, nella magistratura, nelle forze dell'ordine, nella politica, negli ordini professionali, nel giornalismo come nella Chiesa, che non si rendano complici di questo genere di circo, ed anzi allontanino chi evidentemente - parlo in generale - non ha nè principi nè competenze per occuparsi di alcune cose.
    Ciao
    S&P

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  2. "Com'è possibile non vedere...." Io mi chiedevo, come è possibile che le persone abbiano tanta paura di tutto e di niente, dell'altro,del diverso ? Quando le mie paure sono scomparse con l'esperienza stessa!
    Fabia

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  3. Riporto qui una parziale rettifica a quanto da me scritto nel post.

    Nel testo scrivo che "il Cesap titola da tempo “svelati gli abusi del cammino neocatecumenale” senza chiarire che trattasi di abusi di forma liturgica e non di violenza sessuale".

    In effetti il titolo esatto del post originale era "Il documento riservato con cui il papa tronca gli abusi del Cammino Neocatecumenale nel modo di celebrare la messa" (http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&task=view&id=358) e si trattava di un articolo dell'Espresso. L'articolo, a lungo nelle prime pagine, è ora scivolato in pagine interne. E' invece visibile un documento intitolato "la verità sul cammino neocatecumanle" (http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&task=view&id=394&Itemid=58).

    La memoria mi faceva ricordare un titolo che ometteva il riferimento alla messa (e in effetti all'interno il titolo visibile è "Il documento riservato con cui il papa tronca gli abusi del Cammino Neocatecumenale nel modo di cele").

    Evidentemente ho sbagliato, quindi rettifico.
    GHo preferito lasciare tracce di questo errore e non semplciemente cancellarlo nel testo (dove comunque c'è un rinvio a questo commento) per evidenziare quale sia il risultato di fare informazione alla maniera del Cesap, cioè mettendo "tutto insieme", fatti, dubbi, opinioni. C'è un contenuto esplicito e nell'informazione...e c'è un contenuto implicito. In altri siti questo tipo di confusione non si registra.

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  4. @S&P: condivido. Mi viene da pensare al famoso caso dei gemellini di Gravina scomparsi, con il padre accusato di omicidio e messo in carcere preventivo. Poi si scopre che erano morti in fondo a una cavità, gli elementi rendono chiaro trattarsi di una caduta, e allora il padre viene mantenuto ni carcere ma con l'accusa di non aver vigilato su di loro (non ricordo il termine tecnico). E tutti ricordano i serizi tv e sui giornali dove il ragionamento era "quello è un brutto tipo, DEVE aver fatto qualcosa". Che non è diverso da quanto la DiMarzio racconta del Gris in riferimento alla vicenda Dimitri, con i vertici del Gris che dicevnao "è un satanista, DEVE aver fatto qualcosa". Il cattivo DEVE esistere e quindi DEVE essere quello che secondo me ha i connotati del cattivo.
    E' la stessa cosa che emrge nei racconti citati da Pietro Bono e tratti dal sito Falsi abusi, dove gli inquirenti sollevavano ipotesi macabre e raccpriccianti (gente sodomizzata coi crocefissi!) totalmente inventate, che venivano confessate dagli accusati per pura e semòlcie tortura.
    Di fronte a tuto questo non posso non chiedermi "ma cosa avevano dentro queste persone?"
    Siamo certi che tutto questo male - che certamente esiste nel mondo ma che guardaacaso viene solitamente ceracto e trovato dove sembrerebbe ma non c'è, solo perchè lì è più semplice - non è nella testa e nell'anima di chi cerca?

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